In “La pioggia ricorda” (Delos Passport) Caterina Franciosi non ci conduce in mondi fantastici come in altri suoi racconti (“Corvi di guerra”, “L’isola delle sirene” ecc.) ma ci trasporta invece al di là dell’Atlantico.

New Orleans, i giorni del disastroso uragano Katrina. Marito e moglie, entrambi medici, trovano la morte mentre cercano di portare soccorso a chi ne ha bisogno. Nel frattempo la loro bambina, Melanie, è in vacanza a Roma con la nonna materna Eveline. Caterina Franciosi scrive magistralmente di Melanie ed Eveline, due sopravvissute, e di come nonna e nipote hanno dovuto andare avanti con questo evento traumatico alle spalle, che ha lasciato segni profondi su entrambe. Gli anni pesano su nonna Eveline, e Melanie dopo la scuola è incerta sul suo futuro, divisa fra il poco soddisfacente lavoro di commessa e la voglia di iscriversi all’Università, a Medicina, per seguire le orme dei suoi sfortunati genitori. L’incontro con un ragazzo porterà un piccolo sconvolgimento nella vita della ragazza, mentre la nonna fa i conti con un mistero che avvolge la sua vita, un evento se possibile ancora più traumatico che precede la morte di sua figlia. L’autrice svela davanti ai nostri occhi con naturalezza e senza alcuna artificiosità la mentalità dei tempi della giovinezza di nonna Eveline, in cui il razzismo nel Sud degli USA era diffuso a tutti i livelli e la condizione femminile non aveva conosciuto emancipazione, quando ancora la sudditanza delle mogli nei confronti dei loro uomini era vista come naturale. Ci troviamo a condividere spontaneamente sia gli scrupoli e le domande che si fa Eveline da giovane sia il punto di vista più moderno di Melanie.

Siamo davanti a una storia di coraggio al femminile che scava sia nella difficoltà di andare avanti e superare le grandi tragedie della vita, sia nella forza interiore che permette alle donne, e agli esseri umani in generale, di stringere i denti e riprendere la propria strada. Il tutto nello stile di scrittura scorrevole e al tempo stesso colto, suggestivo e mai banale, di Caterina Franciosi. Consigliato caldamente, e non solo alle donne!

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