Per la Corona d'Acciaio - Per la Corona d'Acciaio
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Casa Alesiade, di Alesia (Casata Reale di Malia)

aprile 15, 2018 by Marco Rubboli Nessun commento

Araldica: aquila maliana a volo abbassato oro in campo azzurro (realizzata da Lara Gramigni)

Casa reale di Malia, ha ottenuto la Corona dopo una lunga guerra contro la precedente dinastia degli Altarocca. Appoggiati dalle grandi Case mercantili, soprattutto di Alesia, e dai banchieri, gli Alesiadi hanno cercato di eliminare i dazi che deprimevano il commercio ma che costituivano la principale fonte di reddito dei Duchi.

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Casa Cinquecolli

aprile 15, 2018 by Marco Rubboli Nessun commento

Araldica: grifone rosso rampante in campo bianco (realizzata da Lara Gramigni).

Si tratta della Casata più potente del Regno, dopo la Casa Reale, sia per motivi economici che per influenza politica. Il Feudo, composto da una zona collinare densamente popolata e situata nella zona orientale della Grande Pianura, è il maggior produttore continentale di vetro, soprattutto a cerchi e a losanghe ma anche vetrate colorate, bottiglie e boccette e ogni sorta di articolo in vetro, artistico o triviale. Produce inoltre vino rosso di ottima qualità, il famoso Amaraccio di Cinquecolli.

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Casa Gransequoia

aprile 15, 2018 by Marco Rubboli Nessun commento

Araldica: sequoia verde su colle verde, in campo bianco (realizzata da Lara Gramigni).

Casata da sempre sostenitrice degli Alesiadi e con molti amici e sostenitori fra le altre Case delle Montagne Bianche, senz’altro la più potente della regione insieme a quella alleata di Acquaruggente. I Duchi di Gransequoia sono anche molto popolari nella capitale, che frequentano sovente, comportamento raro tra le Case delle Montagne Bianche che sono di solito abbastanza isolate (anzi, in generale non scorre buon sangue fra gli abitanti delle Montagne Bianche e quelli della Grande Pianura, anche se questa malcelata diffidenza reciproca non arriva mai a sfociare in aperta ostilità).

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Compagnie di Ventura

aprile 15, 2018 by Marco Rubboli Nessun commento

Un buon numero di compagnie di ventura è presente a Malia, sia composte da mercenari locali che stranieri. Solitamente nessuno si mette al soldo del Signore della sua terra d’origine, ma sono quasi tutti fuoriusciti, sia esuli sia emigrati in cerca di fortuna. Quindi le Compagnie Maliane servono Duchi indipendenti di una regione diversa dalla loro, o si trovano in altri Regni al servizio di Signori locali: nei Regni dell’Ovest o in quelli dell’Est, sulle Isole, nell’Impero stesso sotto qualche Principe o Conte che desidera rinforzare le sue milizie e alcuni perfino nella remota Isola delle Brine.
Di contro, la Corona tende a ingaggiare Compagnie straniere, in quanto si ritiene per tradizione che i Maliani dovrebbero comunque servire il Re, pagati oppure no.

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Casa Maravoy, di Castelbrun (Gallesse)

aprile 14, 2018 by Marco Rubboli Nessun commento

 

Araldica: testa di lupo nero, frontale, in campo rosso (realizzata da Lara Gramigni).

Antica Casata del Regno del Vino di Gallesse, Conti del Feudo di Castelbrun. Il dominio della famiglia sulla Contea risale almeno ai tempi dell’Impero Mitoien, in particolare si ricorda l’antenato Namasius Maravosius. Namasius fece ritorno dalla capitale Imperiale Fortia-che-fu poco prima che essa cadesse e fosse completamente distrutta dalle orde dei barbari Dosthan, ai tempi dell’Ultimo Imperatore Giulius. Da allora si dice che sia custodito dai Maravoy a Castelbrun un segreto dell’antico Impero.

 

 

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Casa Kratilides, di Praxia

aprile 15, 2018 by Marco Rubboli Nessun commento

Un tempo Autarchi dell’Isola di Praxia, ora condottieri di una compagnia di ventura formata con la Falange degli opliti rimasti a loro fedeli. Non hanno un simbolo araldico, come molte famiglie Isolane anche se nobili o facoltose (sulle Isole il concetto di nobiltà è molto vago e sfumato).

“La parabola dei Kratilides era iniziata con suo nonno, di cui lui (Temistokles) portava il nome. A quei tempi Praxia era governata da un’Assemblea di un centinaio di famiglie nobili, e si andava avanti così da diverse generazioni. Ma, come accade, il tempo aveva reso quel regime pigro, corrotto e sordo ai bisogni del popolo. Lo stesso non si poteva dire per il suo avo, che al contrario aveva dimostrato il suo valore in più di una battaglia navale. La sua vittoria più gloriosa era stata la difesa del porto di Zakynthos contro la flotta di Rodota. Allo stesso tempo il nonno non tralasciava occasione di mettersi dalla parte del popolo. Denunciava i soprusi e non tollerava che nessuno dei nobili si appropriasse dei beni pubblici, come quelli invece erano soliti fare. In questo modo era riuscito in pochi anni a soppiantare il vecchio potere e a farsi nominare Autocrate dell’Isola, non senza qualche spargimento di sangue al momento del colpo di stato. Nemmeno suo padre Kostantinos aveva molti ricordi di quel tempo: allora lui stesso era un bambino piccolo. L’Isola aveva vissuto un periodo di rinnovato splendore, grazie alle accorte alleanze politiche e mercantili del vecchio Kratilides. Kostantinos, dal canto suo, aveva cercato di continuare su quella via, e con buoni risultati, almeno all’inizio. Ma poi il vento era cambiato nelle Isole più grandi vicine alla loro, con l’insorgere di nuovi regimi oligarchici. E qualcuno a Rodota, memore anche della sconfitta subita un tempo ad opera della Casa Kratilides, aveva tramato per riportare il regime oligarchico anche a Praxia. Non era stato difficile per i signori della potente Rodota portare dalla loro parte con doni e promesse le principali famiglie della piccola Praxia. Quel germe aveva, col tempo, prodotto la congiura dei nobili contro la casa regnante. Un paio di compagnie mercenarie erano giunte di nascosto, occultate nelle stive delle navi. Con l’aiuto dei mercenari i congiurati avevano occupato il porto, permettendo che attraccasse una flottiglia di rinforzo proveniente da Rodota, con un corpo di spedizione di opliti. I ribelli avevano anche uomini all’interno dell’Acropoli, i quali avevano aperto le porte alle loro forze. Nulla aveva potuto l’accanita resistenza degli opliti dei Kratilides, unita al timido appoggio del popolo.”

Principali membri della Casata
– Kostantinos Kratilides. Condottiero, ex Autarca dell’Isola di Praxia. Capelli castani, occhi azzurri, viso aguzzo.
– Temistokles Kratilides. Figlio di Kostantinos.

 

Oplita mercenario Isolano – Bozzetto di E.R.

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Casa Castroforte

maggio 11, 2018 by Marco Rubboli Nessun commento

 

 

 

Araldica: orso rosso passante in campo oro (realizzata da Lara Gramigni).

Potente Feudo Maliano in buona parte collinare da cui proviene gran parte del ferro e dell’acciaio che poi viene lavorato ad Alesia.
Vi si trovano però anche magli azionati dai ruscelli della zona, che lavorano direttamente parte del metallo estratto.
Il castello di Castroforte, molto antico e di dimensioni ragguardevoli, sorge su una collina più alta di quelle circostanti, sulla prima linea dei rilievi che preannunciano le Montagne Bianche, e domina direttamente sulla parte pianeggiante del Ducato.
Guardando verso Nord dal castello, infatti, è possibile vedere un ampio arco di montagne, le cime di alcune delle quali sono innevate anche in estate.
La magione dei Castroforte è nota per la grande biblioteca che ospita, ben fornita soprattutto di antiche pergamene di epoca Mitoien.
I Castroforte hanno sempre conservato e incrementato la biblioteca, curandone la manutenzione, finanziandone lo studio e acquistando volumi antichi e moderni per arricchirla.

 

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Casa Biancoscoglio

aprile 15, 2018 by Marco Rubboli Nessun commento

Araldica: nave bianca in campo azzurro (realizzata da Lara Gramigni).

Casa della Costa dell’Alba di Malia stretta alleata della Casa di Cinquecolli. La sede Ducale è un grande borgo portuale alla foce del fiume di Cinquecolli, vi si produce il Vino Verde, un bianco fermo, e il Verdino, bianco frizzante, e il Formaggio Grottesco. Il contado è quasi tutto coltivato a frutteti e fornisce ogni tipo di frutta, che viene poi in gran parte trasformato in conserve e marmellate. Il territorio è disseminato di bassi colli aspri e rocciosi, e sul più grande di questi, un dente di roccia bianca posto accanto al mare proprio dove termina la pianura e i colli raggiungono la Costa, si erge cittadella Ducale. Ai piedi di essa, subito a Nord, circondata da mura di pietra chiara, sorge la città marinara. Vi sorgono imponenti cantieri navali, dai quali escono non solo biremi e triremi da guerra e navi mercantili, ma anche barche da pesca, chiatte fluviali e ogni altro genere di imbarcazioni. Biancoscoglio importa infatti da Cinquecolli grandi quantità di bottiglie per il vino e vasetti di vetro per i prodotti a base di frutta. Anche a questo commercio si devono i rapporti di vecchia data fra le due grandi Casate. Invece i Biancoscoglio hanno una faida aperta con la famiglia loro parente dei Duchi di Portonuovo. La Casa di Cinquecolli su pressioni del Re ha tentato più volte di sedare questa faida, senza successo.

 

“Il sentiero si infilava nello stretto piano tra il mare e i dolci colli verdi cosparsi di vigneti e cipressi. Poco più lontano si vedeva una strana danza pietrificata di giganti: irti picchi rocciosi, rupi e precipizi a strapiombo spuntavano dal terreno come denti spaiati di orchi, tra ruscelli e piccoli fiumi che calavano dalle prime falde dell’Altopiano Centrale. E su ognuna di quelle vette basse ma aspre stava un castello, una rocca, una semplice torre, tutti presidiati dai Baroni fedeli ai Biancoscoglio. Infine la via piegava verso la costa, proprio nel punto in cui la pianura terminava e le colline raggiungevano la riva del mare. Là si ergeva un massiccio roccioso, a picco sopra le onde verdi e azzurre. Sopra l’enorme macigno bianco svettavano le torri della possente e antica cittadella, mentre ai suoi piedi, proprio dove moriva la Grande Pianura, si estendeva il vasto borgo marinaro. Alte e orgogliose mura di pietra candida circondavano sia il borgo che la cittadella di Biancoscoglio. Sembravano cingere da ogni lato, come in un abbraccio, un grande porto fitto di alberi e vele ammainate… Diverse ampie e lunghe scalinate univano la parte alta della città al borghetto cresciuto attorno al porto. Le gradinate salivano come bianche serpi, inerpicandosi tra le rocce a picco sui flutti. Da ogni torre si innalzavano stendardi con la nave bianca in campo azzurro dei Biancoscoglio.”

 

Principali membri della Casata:

Duca Solare di Biancoscoglio. Uomo massiccio, calvo, baffoni castani.
Erede Antonio, figlio di Solare
Oro e Furetto. Figli gemelli del Duca Solare. Indistinguibili l’uno dall’altro, occhi bruni vivaci sotto le lunghe capigliature castane.
Manlio. Figlio minore del Duca Solare. Molto giovane, capelli scuri tagliati corti e corpo già atletico.
Marino. Fratello del Duca Solare. Un uomo robusto e barbuto dai capelli castani.
Azzurra. Sorella del Duca Solare e madre di Amanda di Cinquecolli.
Duchessa Amanda di Cinquecolli. Figlia di Azzurra di Biancoscoglio, giovane seconda moglie del Duca Rosso di Cinquecolli

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Casa Verdefiume

maggio 11, 2018 by Marco Rubboli Nessun commento

 

Araldica: drago verde rampante dalla coda arrotolata in campo bianco (realizzata da Lara Gramigni).

E’ un Feudo della Grande Pianura di Malia, i cui centri principali compresa la Cittadella Ducale fortificata sorgono sulle rive del fiume omonimo. Il fiume, che sbocca nel lago di Alesia, è anche la più importante via commerciale. Il Ducato produce, fra l’altro, l’Amaretto di Verdefiume, un liquore ambrato dolce ma non troppo, e forte.

 

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Casa Campofiorito

maggio 11, 2018 by Marco Rubboli Nessun commento

 

Araldica: rosa rossa fogliata e gambata di verde, in campo bianco (realizzata da Lara Gramigni).

Gran parte del Feudo è una pianura ricca e ubertosa, uno dei terreni migliori e più fertili della Grande Pianura di Malia, con una produzione da fare invidia a tutti gli altri Ducati.
Diversa è la fascia di territorio ad Ovest e quello a Sud, che diventano poco a poco collinari e quasi montuose, verso il confine rispettivamente con le Colline Occidentali e con l’Altopiano Centrale.
La cittadella si erge invece al centro della zona pianeggiante. Il castello è davvero imponente e molto decorato, con l’onnipresente blasone della rosa scolpito ovunque.
Le mura di cinta e il castello intero sono in pietra chiara fatta venire dalle zone montagnose, mentre le case del borgo sono costruite in mattoni.

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