Dopo nemmeno cinquant’anni dalla nascita della stretta alleanza nota come Federazione Maliana, la sua utilità viene dimostrata senza ombra di dubbio da un grave pericolo: istigati (pare) dalla classe sacerdotale locale molti Principi Gallessani uniscono le loro forze per tentare l’invasione delle penisola di Malia.
Dopo qualche sconfitta iniziale le forze Maliane iniziano a reagire. I Galessani perdono tempo ad assediare le solide cittadelle sparse per le penisola, e danno tempo al Senato di organizzare eserciti ben addestrati e ben armati. Uno dopo l’altro gli assedi vengono spezzati e i Principi devono ritirarsi dalle città che già speravano di ottenere come preda delle loro imprese.
Quando si arriva allo scontro campale, presso l’odierna Campofiorito, l’armata Gallessana va nel panico e viene in parte distrutta e in parte presa prigioniera, mentre ben pochi riescono a fuggire.
Il Senato, apprendendo che le terre di Gallesse sono ormai sguarnite di guerrieri, ordina all’esercito di procedere in territorio nemico, di occupare castelli e rocche e impadronirsene in modo stabile, di raggiungere accordi di mutuo vantaggio e alleanza stabile con i Principi e le tribù che accettano di sottomettersi e di proseguire la guerra in modo spietato contro chi resiste. Nel giro di pochi anni le forze Maliane riescono ad avere la meglio su di una resistenza incerta e divisa.