Non si dovrebbe recensire, forse, un’antologia di racconti che ne contenga uno proprio. Ma siccome qui c’è solo un mio raccontino molto breve, un contributo di poche pagine (il mio rapporto con la scrittura horror è limitato a storie di durata sempre molto ridotta), mi sento di farlo lo stesso… anche perché ho divorato il volume molto in fretta. E ciò nonostante il fatto che il periodo attuale non sia forse il migliore per leggere storie horror una dopo l’altra. Eppure questi racconti mi hanno conquistato.

Ovviamente sono diversi l’uno dall’altro, e anche molto: come stile, tematiche, atmosfera. Si va dal tipico racconto di fantasmi con case avvolte da brume indistinte fino allo splatter pesante. In generale tuttavia prevale una linea con ambientazioni spesso italiane, per lo più contemporanee, fortemente influenzate dalla lezione di H. P. Lovecraft, Machen e altri. Tuttavia nessuno degli autori può essere tacciato di imitazione nei confronti di quei grandi del passato. Invece si nota con piacere come quegli autori siano stati assorbiti e rielaborati in chiave personale, anche rifacendosi alla realtà in cui noi italiani viviamo o alla mitologia in cui affondano le nostre radici.

Devo ammettere che un paio – non di più – mi hanno provocato più disgusto che timore, e questi non mi hanno entusiasmato: come mio gusto personale non riesco ad apprezzare una crudezza molto spinta se non è strettamente necessaria per la trama. Nella stragrande maggioranza dei casi però in questo volume le idee sono davvero originali e la violenza è disciplinata ancella di ciò che si vuole comunicare, nella misura adeguata.

La maggior parte dei racconti ti lascia sorpreso, costringendoti a lanciare uno sguardo su possibili mondi “altri” nascosti dietro la facciata di normalità del quotidiano, sulle insidie che in questi mondi si celano, e ti forza a guardarti indietro quando spegni la luce in una camera e ne esci.

Quel che un buon horror deve fare, no?

E quindi con Horror Storytelling 4 buoni incubi a tutti…

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