In un unico anno di crudeli battaglie e duelli mortali il possente e carismatico Principe Wulfstan dello Zannmark riesce in un’impresa mai riuscita a nessuno fino a quel momento: unificare sotto la sua guida tutti i Principati e le tribù Dosthan. Radunato un esercito immenso, seguito da intere popolazioni ancora semi-nomadi, le più selvagge fra quelle di etnia Dosthan, si scaglia con furore atavico contro le frontiere Mitoien. Travolte le difese dilaga nelle terre Dosthan sottomesse all’Impero. Le “libera e purifica”, secondo quanto affermato da lui stesso: i coloni non Dosthan, i soldati e le popolazioni urbane assimilate alle cultura Mitoien vengono sterminate e solo i contadini vengono risparmiati, sempre che accettino di unirsi alle forze di Wulfstan. A quel punto invece che saccheggiare Gallesse Wulfstan punta diretto verso Malia, e verso la capitale Imperiale Fortia, che intende radere al suolo liberando i Dosthan dalla loro nemesi storica.

Quando le orde Dosthan si presentano davanti alle Montagne Bianche non resta che un’unica legione in grado di fronteggiarli, rinchiusa nell’imprendibile fortezza chiamata “Il Chiodo”, sulla direttrice principale dell’invasione lunga la vallata del Fiume Tridente. Il Chiodo resiste per molti mesi, difeso da circa cinquemila fra i migliori legionari Mitoien contro forse un milione di barbari in marcia. Resiste anche quando il nemico si affaccia anche da Sud: si tratta di truppe di Wulfstan che hanno attraversato i monti più a Est e più a Ovest.

Alla fine però anche la fortezza cede, ormai quasi priva di difensori.

I Dosthan attraversano i monti e la visione terribile dei barbari in armi si presenta davanti agli occhi attoniti degli abitanti della penisola di Malia.

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