REGNO DI MALIA
Araldica: aquila maliana a volo abbassato oro in campo azzurro (dinastia Alesiade).
Araldica antica:
Federazione Mitoien: aquila maliana bianca (o argento) in campo nero;
Impero Mitoien: aquila maliana dorata incoronata in campo rosso,
Regno di Malia sotto la dinastia Altarocca: aquila maliana rossa a volo spiegato incoronata, in campo oro.
Stemmi araldici realizzati da Lara Gramigni
Capitale: Alesia
“La vista incantata della città quasi feriva gli occhi di V. per l’eccessiva bellezza.
Malia era una nazione piena di antiche pietre, concrete memorie dei sogni e degli sforzi di innumerevoli generazioni che accompagnavano la vita degli abitanti di ora.
Fin da quando erano piccoli questi rocciosi spettri riempivano gli occhi e l’anima dei Maliani con l’eredità dello spirito dei loro antenati.
L’amore quasi feroce per Malia, una terra antica e meravigliosa, si mescolava in lui in modo curioso con il profondo disgusto per il modo scriteriato in cui quel paese bellissimo era governato.”
Il Regno, che si considera erede diretto dell’antico Impero Mitoien, conta in teoria 30 città e 100 Ducati, questi ultimi a loro volta sono divisi in Baronie. Le Città invece sono governate ognuna dal suo Senato e dal locale Arengo dei Patrizi. Le regioni di cui si compone il Regno sono le seguenti:
– Grande Pianura
– Costa dell’Alba
– Monti Bianchi
– Colline Brumose
– Colline Occidentali
– Costa del Tramonto
– Altopiano Centrale
– Terre Meridionali
In realtà la maggior parte dei Ducati e delle Città in seguito a una serie di guerre civili si considera indipendente. La Corona mantiene il controllo solo sulla parte Settentrionale del paese: la Grande Pianura, la maggior parte della Costa dell’Alba, i Monti Bianchi e le Colline Brumose. La Corona d’Acciaio simbolizza il potere regale sul paese e la sua correlazione con il glorioso passato Imperiale: fu forgiata in tempi remoti dalla spada spezzata del Primo Imperatore Mitoien Valerius, e sopravvisse alle invasioni delle orde barbariche che devastarono il Continente.
Storia di Malia in breve, come si trova descritta nel Corridoio degli Arazzi della Reggia, che conduce alla Sala del Trono:
“Le pareti erano quasi completamente coperte dalle opere d’arte che rappresentavano imprese e vittorie della storia Maliana.
I primi arazzi riproducevano scene ricche e gioiose, piene d’armonia e di bellezza: i tempi dei Mitoien.
Flotte orgogliose percorrevano mari pescosi, alte città si innalzavano orgogliose, circondate da campi prosperi e ubertosi, eserciti dagli elmi crestati marciavano in bell’ordine su tutte le terre del mondo conosciuto.
Ma ben presto seguivano le immagini terribili e sanguinose della caduta, l’orrore angoscioso dei massacri e della distruzione che aveva risparmiato solo sparuti gruppi di uomini.
Si avanzava, seguendo il rumore deciso degli stivali sul lustro pavimento di marmo, e si assisteva alla lenta e faticosa rinascita, con i primi eroi della nuova era e le loro imprese leggendarie.
La tela pesante e preziosa riproduceva la rinascita delle città sopravvissute, la costruzione di castelli e centri fortificati, fino all’avvento dell’uomo che riuscì a riunire tutti i Maliani contro una minaccia esterna: Aiace d’Altarocca, il primo Re di Malia, vincitore dei barbari Dosthan e dei pirati Sarras.
La prima, gloriosa dinastia, quella degli Altarocca, e le lotte accanite per difendere il giovane Regno da molti e feroci nemici.
Poi la grandezza e l’ascesa inarrestabile della città di Alesia, lo scontro inevitabile e sanguinoso tra gli Alesiadi e gli Altarocca.
Infine, gli splendori della nuova dinastia Alesiade e la sua battaglia secolare per imporre uno stato centralizzato contro il potere dei Duchi.
Le guerre civili che avevano semidistrutto il paese erano viste come le più gloriose delle gesta.
Ma c’erano almeno venti passi di pareti marmoree spoglie prima della fine del corridoio.
Il futuro, la storia da scrivere.
Chi sarebbe stato raffigurato sugli arazzi ancora da tessere?”
Grande Pianura
La Grande Pianura. Mappa di Matilde Viggiani.
La Grande Pianura è di gran lunga la zona più popolosa del Regno, non solo grazie alla fertilità del terreno facilmente coltivabile, ma anche alla ricchezza della manifattura e della mercatura, che si avvantaggia della via franca dai dazi feudali che i grandi fiumi e il Mare dell’Alba a Est consentono. Vi si trovano innumerevoli borghi, villaggi e cittadelle e alcune grandi città che arrivano a contare centinaia di migliaia di abitanti. La più grande fra tutte è la capitale Alesia, che ne conta circa mezzo milione.
Alesia
Araldica: aquila maliana a volo abbassato, oro in campo azzurro (Casa Alesiade)
Capitale del Regno, sita al centro della Grande Pianura. Città portuale che sorge su un’isola al centro del grande Lago detto di Alesia, è protetta da una duplice cinta di mura bianche.
La sua posizione particolare le ha consentito di sopravvivere quasi senza danni alle invasioni barbariche che travolsero l’Impero Mitoien.
La zona più alta è l’Acropoli: la zona dei templi.
L’Acropoli è sormontata dalla tondeggiante cupola del tempio di Giove Ottimo Massimo, color porpora, e dalla sottile torre dalla punta acuminata della Prima Luce consacrata alla Dea Aurora, o Alba, per cui la gente di Alesia ha una speciale venerazione. La Via Sacra dalla piazza antistante il Palazzo Reale conduce sino alla porta di Giano. Passando sotto l’Arco di Giano, proprio sotto al viso del dio scolpito al centro dell’arco da entrambe le direzioni, si accede alla zona sacra. Una grande piazza triangolare, in salita, è circondata dai templi principali, e conduce frontalmente al maggiore di tutti, il tempio di Giove Ottimo Massimo. Al suo lato sinistro sta il tempio di Minerva, in marmo biancazzurro. A sinistra c’è il tempio della dea Aurora, in marmo rosa. Poi, le altre divinità femminili: Giunone, Venere, Diana… Alla destra del tempio di Giove c’è invece il santuario dedicato a Marte, in marmo bianco alternato a granito rosso, con un tetto acuto, quasi acuminato, di tegole rosse e il portone interamente in ferro. Seguono gli altri santuari: in marmo giallo quello di Apollo, verde di Nettuno, nero per Plutone, ecc.
La città e l’isola lacustre di Alesia. Mappa di Matilde Viggiani.
Subito sotto l’Acropoli, al centro perfetto della città, c’è la zona centrale con i palazzi dei nobili, il Palazzo Reale e il Gineceo, detto anche Palazzo della Cupola d’Oro, antistante Piazza del Sale.
Poco distante si trovano i Bagni Reali, aperti a tutti. Dal grandioso atrio dei Bagni, si accede alla struttura e si viene smistati fra le varie sezioni. L’atrio, chiuso sul davanti da colonne ioniche, pare l’ingresso di una grande caverna termale: vi sono fumi profumati che escono all’esterno da aperture su di una parete irregolare coperta da ceramica lucida, che compone quelle che da lontano paiono venature della roccia, di colore blu, viola e verdastro. Dall’atrio si accede alle varie palestre: di lotta, pugilato, pancrazio e scherma, a cui possono accedere sia uomini e donne. Invece le zone dei bagni veri e propri (con le piscine del calidarium, tepidarium e e frigidarium) e quelle delle palestre di ginnastica e di pesistica sono separate.
Anche la grande Biblioteca di Alesia è situata in questa zona.
Dalla Reggia andando verso Est si trovano i palazzi di Cinquecolli e Biancoscoglio e quello dei Castroforte.
Più oltre e un po’ verso Nord c’è la Taverna del Dragone Incoronato, lussuosa e sempre ben illuminata, frequentata dai giovani nobili. Ancora a Nord ci sono i palazzi dei Verdefiume e dei Ripalince. Andando dalla reggia verso Sud Est si trova invece il palazzo dei Campofiorito. Poco discosto ancora più a meridione si trova palazzo Ampioporto, requisito dal Re alla omonima Casata ribelle del Sud, dove alloggia la Compagnia Maravoy.
Più ad Est si trova la zona dove abitano i ricchi mercanti e le maggiori case commerciali, ma anche gli alti funzionari della Corona. Ancora più a levante si trovano zone via via meno prestigiose, con quartieri abitati dalla media borghesia e da studenti spesso provenienti da altre Città e Ducati del Regno o anche stranieri.
Il quartiere del porto, sulla riva Est, è dotato di vita frenetica e percorso da traffici intensissimi di giorno, mentre di notte rivela la sua natura poco raccomandabile, quando viene lasciato ai suoi veri abitanti di estrazione popolaresca.
A Nord dell’Acropoli su una stretta striscia di terra fra la rupe e il lago si estende un quartiere malfamato, quasi una baraccopoli, pericoloso almeno quanto la zona del porto.
A Sud dell’Acropoli invece una striscia di terra quasi altrettanto stretta ospita una tranquilla zona abitata da cittadini di classe media. La stessa situazione la si ritrova anche sulla sponda Ovest, più ripida e rocciosa con molte case a picco sul lago al di fuori delle mura. Tra le case di classe media della riva Ovest e l’Acropoli si trova la zona delle manifatture del ferro e dell’acciaio, e le botteghe di mastri armaioli.
Città: Selenia
Araldica: mezzaluna bianca in campo nero
La più grande Città del Regno dopo Alesia e una delle maggiori del Continente (conta quasi trecentomila abitanti). E’ famosa per la grande “Fabbrica dei Copisti” che produce in serie manoscritti per tutto il Continente, fino a diecimila copie alla volta. I libri poi vengono portati e Salina e imbarcati per i Regni dell’Est e le Isole, oppure risalgono il corso del Dathus e prendono la via dell’Impero Dosthan e oltre. La città, all’incirca della forma di un esagono, ha grandi e alte mura di pietra bianca fosforescente estratta da cave che si trovano sulle colline non lontano. A causa di tale fosforescenza le mura risplendono di notte del colore freddo e algido del chiaro di luna. Da qui il nome della città. All’interno delle mura quasi tutti gli edifici sono fatti invece di rossi mattoni, tranne i maggiori palazzi nobiliari delle famiglie Patrizie anch’essi costruiti in pietra fosforescente (o in molti casi fatti di mattoni e ricoperti da lastre di pietra). Vi si trovano anche molte scuole che insegnano varie arti, cresciute intorno e in simbiosi alla manifattura di libri: l’abbondanza e il prezzo relativamente basso di testi antichi e moderni hanno portato al fiorire degli studi e delle scuole, attirando insegnanti, studiosi e studenti. La Fabbrica dei Copisti appartiene alla Città e viene gestita da un apposito comitato del Senato con grande oculatezza. Altra manifattura cittadina importante è quella degli inchiostri e delle pitture, sempre a servizio della Fabbrica ma non solo: ne vengono anche venduti nel resto del Regno e del Continente.
Araldica: grifone rosso rampante in campo bianco.
E’ il Ducato più potente della Grande Pianura, situato fra Alesia e la Costa dell’Alba. Il Feudo è il maggior produttore continentale di vetro, soprattutto a cerchi e a losanghe ma anche vetrate colorate, bottiglie e boccette e ogni sorta di articolo in vetro, artistico o triviale. Produce inoltre vino rosso di ottima qualità, il famoso Amaraccio.
Castroforte
Araldica: orso rosso passante in campo oro.
Potente Feudo in buona parte collinare da cui proviene gran parte del ferro e dell’acciaio che poi viene lavorato ad Alesia. Vi si trovano però anche magli azionati dai ruscelli della zona, che lavorano direttamente parte del metallo estratto. Il castello di Castroforte, molto antico e di dimensioni ragguardevoli, sorge su una collina più alta di quelle circostanti, sulla prima linea dei rilievi che preannunciano le Montagne Bianche, e domina direttamente sulla parte pianeggiante del Ducato. Guardando verso Nord dal castello, infatti, è possibile vedere un ampio arco di montagne, le cime di alcune delle quali sono innevate anche in estate. La magione dei Castroforte è nota per la grande biblioteca che ospita, ben fornita soprattutto di antiche pergamene di epoca Mitoien.
Campofiorito
Araldica: rosa rossa fogliata e gambata di verde, in campo bianco.
Gran parte del Feudo è una pianura ricca e ubertosa, uno dei terreni migliori e più fertili della Grande Pianura, con una produzione da fare invidia a tutti gli altri Ducati. Diversa è la fascia di territorio ad Ovest e quello a Sud, che diventano poco a poco collinari e quasi montuose, verso il confine rispettivamente con le Colline Occidentali e con l’Altopiano Centrale. La cittadella si erge invece nella zona pianeggiante. Il castello che sta al centro è davvero imponente e molto decorato, con l’onnipresente blasone della rosa scolpito ovunque. Le mura di cinta e il castello intero sono in pietra chiara fatta venire dalle zone montagnose, mentre le case del borgo sono costruite in mattoni.
Verdefiume
Araldica: drago verde rampante dalla coda arrotolata in campo bianco.
E’ un Feudo di pianura, i cui centri principali compresa la Cittadella Ducale fortificata sorgono sulle rive del fiume omonimo. Il fiume, che sbocca nel lago di Alesia, è anche la più importante via commerciale. Il Ducato produce, fra l’altro, l’Amaretto di Verdefiume.un liquore ambrato dolce ma non troppo, e forte.
Costa dell’Alba
La costa orientale di Malia, dal Ducato di Nidodaquila ai confini con il Regno di Alba fino a Fontanadolce che viene già considerata parte della regione delle Terre Meridionali. Rocciosa nella parte più orientale, dal punto più a settentrione in poi diviene bassa e sabbiosa, impaludandosi in tutta la vasta zona del delta del fiume Dathus fino a Torrecorvara. Da lì in poi prosegue bassa fino a Biancoscoglio, dove le colline giungono infine alla costa. Da lì in poi è tutto un susseguirsi di cale e scogliere. E’ una zona anch’essa molto abitata, pieni di borghi e castelli e quasi del tutto coltivata, con l’ eccezione del delta del Dathus.
Araldica: nave bianca in campo azzurro.
Il più importante Ducato della Costa dell’Alba. Borgo portuale alla foce del fiume Cinquecolli, vi si produce il Vino Verde, un bianco fermo, e il Verdino, bianco frizzante, e il Formaggio Grottesco. Vi sorgono imponenti cantieri navali, dai quali escono non solo biremi e triremi da guerra e navi mercantili, ma anche barche da pesca, chiatte fluviali e ogni altro genere di imbarcazioni. Il territorio del contado invece è quasi tutto coltivato a frutteti e fornisce ogni tipo di frutta, che viene poi in gran parte trasformato in conserve e marmellate. Biancoscoglio importa infatti da Cinquecolli grandi quantità di bottiglie per il vino e vasetti di vetro per i prodotti a base di frutta. Anche a questo commercio si devono i rapporti di vecchia data fra le due grandi Casate. Il territorio è disseminato di bassi colli aspri e rocciosi, e sul più grande di questi, un dente di roccia bianca posto accanto al mare proprio dove termina la pianura e i colli raggiungono la Costa, si erge cittadella Ducale. Ai piedi di essa, subito a Nord, circondata da mura di pietra chiara, sorge la città marinara. Lunghe scalinate candide uniscono la parte alta e la parte bassa dell’abitato.
Monti Bianchi
La possente catena montuosa, le cui cime sono avvolte da nevi eterne, che separa Malia dal resto del Continente Settentrionale e in particolare dall’Impero Dosthan. Si estende da Ovest, zona in cui Malia confina con le terre ormai divenute anch’esse Imperiali di Gallesse, passando per la zona centrale in cui confina con la Provincia Imperiale di etnia Dosthan delle Sudsalpen, fino alle estreme propaggini orientali dove per un breve tratto Malia confina invece con il Regno di Alba. Zona non molto popolosa e ricca di foreste, soprattutto di conifere fra le quali troneggiano le enormi sequoie, ma anche di vaste vallate a pascolo, vigneti e meleti.
Gransequoia
Araldica: sequoia verde su colle verde, in campo bianco.
Potente Ducato montano, alleato di molte altre Case della regione e da sempre fedele alla Casa Alesiade. Il grosso delle terre di Gransequoia è costituito da una grande vallata, chiusa a Sud da un muro di sbarramento e a Nord da ben più imponenti fortificazioni. In quota si trovano pascoli alti e picchi rocciosi, poi una zona di foresta di conifere, e a fondovalle coltivazioni, soprattutto vigne e meleti. Su un alto colle sorge l’avito castello Ducale. Sul colle opposto e vicino, più piccolo, sorge invece l’enorme sequoia millenaria che dà il nome alla valle principale e al Feudo stesso. Il resto del Ducato è costituito dalle vallate laterali minori.
Colline Brumose
Regione collinare situata a Nord-Ovest del Regno, vicino al confine con le terre di Gallesse ora appartenenti all’Impero Dosthan. Le Colline Brumose sono sottoposte a un clima umido e rigido, che però rende di alta qualità i suoi vini e dona quindi prosperità alla regione. I suoi Ducati sono meno popolati di quelli della Grande Pianura ma alcuni di essi sono molto estesi. Vi si trovano anche miniere d’argento.
Vignanera
Araldica: grappolo d’uva nero, in campo oro.
Il più potente feudo delle Colline Brumose, grande produttore di vino rosso. Oltre al vino, le ricchezze del Ducato comprendono la raccolta e la vendita del prezioso tartufo, che cresce qui più abbondante che altrove escluso Altocolle, il legname e le pelli di animali selvatici, dai lupi ai cinghiali ai cervidi di ogni tipo. Inoltre vi sono importanti manifatture che usano l’ottimo legname locale, in particolare di quercia, per produrre botti da vino che vengono poi spedite a tutte le altre zone di produzione vinicola, non solo nelle Colline Brumose ma in tutto il Regno e oltre. Vi ha sede il Banco dei Bardi. Casa imparentata con i meno importanti Duchi di Poggiridenti.
Montebrumoso
Araldica: pegaso nero rampante in campo bianco.
Il Ducato più potente della regione dopo Vignanera, costituito da colline e rilievi più alti e più aspri di quelli circostanti.
In particolare il castello Ducale sorge su una vera e propria montagna sita in mezzo a questa zona, isolata dalla lunga catena delle Montagne Bianche ma quasi una loro estrema propaggine che sbuchi a una certa distanza circondata da poggi minori. Nelle sue terre più basse si produce il nobile e forte vino rosso di Montebrumoso.
Colline Occidentali
Regione collinare che si estende dall’Altopiano Centrale fino alla zona della Costa del Tramonto. Non riconosce la sovranità della Casa Alesiade. La fascia di territorio più interna in particolare è dedita più che altro all’allevamento di cavalli e bovini, mentre più ci si avvicina ai Feudi costieri più intensa si fa la coltivazione di grano, vite e olivo. Questa zona è costellata di città, tutte di media e piccola dimensione.
Montenero
Araldica: testa di toro nero in capo oro.
Ducato indipendente (non riconosce la sovranità della Casa Alesiade). E’ situato nell’interno delle Colline Occidentali, vicino al confine con l’Altopiano Centrale. La parte orientale del feudo è più aspra della maggior parte del territorio delle Colline Occidentali, in particolare nella fascia orientale coperta di foreste. La parte occidentale è invece più morbida, e vi si trovano pascoli per mucche e cavalli e campi di grano, e anche, in misura minore, viti e uliveti. I suoi campi sono naturalmente ricoperti di fiori, non solo per un periodo ridotto in primavera, ma per parecchi mesi all’anno.
La cittadella Ducale sorge al confine tra le due zone, mettendo in comunicazione non solo queste, ma anche l’Altopiano Centrale, le Colline Occidentali e la Grande Pianura attraverso Collerboso. Di conseguenza Montenero è uno snodo importante per il commercio di legname e pellami, cacciagione, cavalli, bovini, e per il passaggio di tutte le merci prodotte nella Grande Pianura che vanno ad essere imbarcate nei porti della Costa del Tramonto verso i regni dell’Occidente.
Costa del Tramonto
Fascia costiera sul Mare del Tramonto, che non riconosce la sovranità della Casa Alesiade. Ha caratteristiche non dissimili da quelle delle Colline Occidentali, con la differenza che la maggior parte degli insediamenti maggiori è situata sulla riva del mare. Le coste sono varie, con alternanza di zone sabbiose, e scogliere e calette. Faceva parte di questa regione l’antica capitale dell’Impero Mitoien, Fortia-che-fu, distrutta secoli or sono dalle invasioni dei barbari di etnia Dosthan e impaludata nelle acque del Patreflume.
Città: Granfaro
Araldica: faro bianco in campo nero
Grande città portuale indipendente (non riconosce la sovranità della Casa Alesiade) della Costa del Tramonto, sita in un’insenatura chiusa da alte scogliere color ocra. Il monumentale faro che le dona il nome sta eretto proprio sulla parte più alta e scoscesa del promontorio sopra la scogliera a Sud. Si tratta di un’opera realmente di dimensioni ciclopiche, fatta in pietra locale, il che di giorno lo fa sembrare quasi un’estensione, un prolungamento delle rocce circostanti. Il faro fu fatto costruire dal primo Imperatore Mitoien Valerius appena dopo la sua presa del potere, per premiare la città che era stata lealmente al suo fianco durante la sua guerra civile contro il Senato. Da qui prende il mare il marmo di Biancacava, oltre ai migliori vini di tutta la regione, i prodotti di arte orafa e i famosi cavalli delle Colline Occidentali di Malia, ma anche prodotti provenienti dalla Grande Pianura come le armi di Alesia o il vetro di Cinquecolli diretto a Ponente. La città, di suo, produce soprattutto navi, sia da trasporto che da guerra. Il centro urbano si diparte dai moli e dalla spiaggia per inoltrarsi e avventurarsi nell’interno arrampicandosi sulle creste rocciose, da cui i palazzi dei Patrizi e dei ricchi mercanti offrono un panorama mozzafiato dall’alto sulla città e sulle acque azzurre da cui si ergono le rocce rosse degli scogli e dei crepacci. La città non ha mura: non ne ha bisogno. Infatti per giungere da terra occorre percorrere aspre vie carovaniere che possono essere bloccate agevolmente con pochi soldati, mentre dalla parte del mare l’accesso all’insenatura può essere del tutto bloccato per mezzo di una possente catena di ferro, oltre che essere difeso dalla marina da guerra cittadina. Ad ogni modo, una serie di fortilizi posti in cima ai rilievi rocciosi che circondano Granfaro presidia ogni via carovaniera che cala in basso dando accesso al centro abitato. E’ famosa la Zuppa di Pesce di Granfaro.
Altopiano Centrale
Il cuore selvaggio e misterioso del regno, che da tempo non riconosce la sovranità della Casa Alesiade. Separata dalle regioni settentrionali e centrali da una parete rocciosa quasi senza soluzione di continuità che si abbassa gradualmente andando verso meridione, questa zona sopraelevata sul resto del territorio e percorsa da ampie valli e basse colline è quasi spopolata e densa di foreste, soprattutto di latifoglie. Vi si conservano antiche tradizioni e leggende ormai dimenticate nel resto di Malia, e la popolazione viene considerata dagli altri Maliani estremamente superstiziosa. L’economia è basata sul legname, la caccia con il commercio delle pelli e l’agricoltura di sussistenza.
Altarocca
Araldica: aquila maliana rossa a volo spiegato incoronata in campo oro.
Ducato indipendente (non riconosce la sovranità della Casa Alesiade). Il Feudo dell’Altopiano Centrale di gran lunga più grande, importante e potente della regione, terra d’origine della prima dinastia reale Maliana. La Casata Ducale è un ramo cadetto degli Alesiadi, succeduta agli sconfitti Altarocca originari. Il territorio è vastissimo, in gran parte boscoso con coltivazioni e pascoli, villaggi e fattorie dispersi. La rocca Ducale, costruita in pietre megalitiche con mura altissime originariamente senza merlatura, è immensa. Infatti è stata adibita in passato ad ospitare l’esercito regio permanente degli Altarocca, reclutato in tutto il paese. Oggi questa struttura imponente in pietra grigia guarnita di torrioni squadrati è semi-deserta, non bastando le pur possenti forze Ducali ad abitarla e presidiarla. Per questo anche la popolazione civile locale invece che aver costruito un borghetto fuori dal castello come è in uso altrove, viene interamente ospitata all’interno dei vasti e disponibili quartieri del castello.
Terre Meridionali
Questa regione di tradizione marinara ed artigiana e dall’agricoltura molto ricca ai tempi dei Mitoien era la più ricca, avanzata e popolosa della penisola, e tale rimase per lungo tempo anche dopo le invasioni barbariche, che furono qui meno devastanti che altrove. Tuttavia negli ultimi secoli è rimasta gradualmente indietro e all’alba del quarto millennio dalla Fondazione di Fortia-che-fu ha decisamente perso il primato a favore della Grande Pianura. A parte Ampioporto, l’unica che conta più di centomila abitanti, le città di questa zona sono di dimensioni medio-piccole. Tuttavia, grande è ancora la prosperità delle regioni meridionali, che possono commerciare fra loro liberamente, senza dazi, grazie alle flotte mercantili di cui dispongono.
Ampioporto
Araldica: tridente bianco in campo azzurro
Ducato indipendente (non riconosce la sovranità della Casa Alesiade). Città marinara per eccellenza, che sorge su un grande e bellissimo porto naturale sulla costa Ovest, chiuso a Nord e a Sud da aspri promontori. Pur non avendo stato di Città ma di cittadella Ducale della Casata omonima, potrebbe essere annoverata fra i più importanti centri urbani di Malia, contando più di centomila anime. Il castello del Duca sorge proprio davanti al porto, sul mare, mentre altre rocche sorvegliano la città dai promontori che la racchiudono, e un’alta cinta muraria la difende dal lato della terraferma. Vi era una prima cinta, che racchiudeva una città più piccola, ma è stata fatta abbattere perché così com’era avrebbe impedito il passaggio tra i vecchi e i nuovi quartieri, e ristrutturarla in profondità sarebbe stato estremamente oneroso. Invece gli avi del Duca attuale fecero sapere che chiunque poteva usarne le pietre a suo piacimento per edificare altri edifici, e così in breve tempo non ne restò più traccia. Dal porto alle mura si dirama un dedalo inestricabile di vicoli e viuzze, palazzi nobiliari, negozi, taverne e umili case bianche, ammassati gli uni sulle altre senza alcun criterio logico. Vi risiede la ricca Casa mercantile dei Degli Esposti.
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